Krysař – Jiří Barta

Krysař (The Pied Piper / The Rat-catcher) è un film d’animazione diretto da Jiri Barta nel 1985, ispirato a una vecchia leggenda tedesca meglio nota come Il pifferaio magico di Hamelin, dalla città della Bassa Sassonia in cui si suppone che avvennero, nel XIII secolo, i fatti cui si ispirò una lunga serie di versioni, rielaborate poi dai fratelli Grimm nelle Saghe Germaniche. Fra le tante versioni e adattamenti, il film di Jiri Barta è ripreso dall’adattamento di Victor Dyk . La storia credo sia abbastanza nota, ed è intesa da Barta come una metafora della decadenza di una società basata sull’avidità. Ma il contenuto morale è secondario rispetto agli eventi tragici che prendono le mosse  dall’invasione dei topi, fino all’apparizione del catalizzatore, il pifferaio magico venuto dal nulla, che prima incanta e stermina i topi, e poi, per vendetta gli stessi abitanti. Nella leggenda originaria in realtà non si trattava di topi, aggiunti nel XVI secolo, ma di bambini, protagonisti di un tragico avvenimento su cui esistono varie teorie: forse annegarono nel fiume, o forse furono vittime di un’epidemia (peste, ballo di San Vito), oppure furono protagonisti della Crociata dei bambini o di migrazioni di bambini, assai frequenti nel XIII secolo, e il Pifferaio era il loro reclutatore.

Anche il cinema ha contribuito, fin dagli esordi, a fornire i suoi adattamenti (The Pied Piper of Hamelin, T.Marstone, 1911, e P.Wegener, 1917), secondo varie angolazioni e generi, dal musical all’horror. Molti dei film d’animazione erano naturalmente rivolti ai bambini. Disney dedicò a questa leggenda due films, Alice the Piper (1924) e The Pied Piper – A Silly Symphony (1933). Il film di Jiri Barta, seguendo una tradizione ceca che risaliva a Viktor Dyk (Krysař, 1915) e Emil František Burian (Krysař, 1940, come metafora dell’occupazione nazista), riflette il declino morale della società socialista a metà anni ’80, posseduta dai demoni dell’avidità e della ricchezza. I cittadini si trasformano in topi, e seguono il pifferaio, lanciandosi dalla rupe giù nel fiume. Gli unici sopravvissuti sono un vecchio pescatore e un bambino, che abbandonano la città verso terre migliori.

Il progetto di questo film, ispirato sia a Viktor Dyk che all’espressionismo tedesco (Il gabinetto del Dr.Caligari, 1920), risultò essere uno dei più ambiziosi del cinema d’animazione ceco, e consolidò la fama di Jiri Barta come uno dei più grandi registi del genere, premiato in numerosi festival internazionali. In Krysař la città di Hamelin viene visualizzata come una città medievale e gotica dalle linee contorte, in stile cubista, animata da possenti automata che controllano rigorosamente il tempo e il lavoro. Le marionette di legno si combinano perfettamente con immagini reali (il cibo, i topi) e pitture a olio, con l’uso di una grande varietà di tecniche di animazione, di montaggio, di movimenti di camera e deformazioni visuali. I dialoghi sono incomprensibili (come in altri film di Jiri Barta), più prossimi al linguaggio dei topi che a quello umano, mentre i personaggi “innocenti” ( il pifferaio, Agnes, il pescatore) restano in silenzio. Al loro posto parla la colonna sonora, come complemento cacofonico dell’atmosfera corrotta e apocalittica della città condannata alla distruzione, caratterizzata anche dal suono dei vari orologi o da momenti lirici (Agnes).

 

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