Margaret Atwood, Fantasie di stupro (Racconti Ed., 2018)

Da come ne parlano sulle riviste c’è da pensare che sia l’ultima trovata, e non solo, ma che sia qualcosa di eccezionale, una specie di vaccino contro il cancro. Lo sbattono a caratteri cubitali in copertina, e dentro pubblicano questionari come quelli in cui ti chiedono se sei una brava moglie o se sei endomorfa oppure ectomorfa, te li ricordi? con il risultato capovolto a pagina 73, e poi questo cosi fai-da-te, hai presente? STUPRO, DIECI COSE DA FARE, come se fossero dieci acconciature nuove o qualcosa del genere. Insomma, dove sarebbe la novità?”.

Nell’incipit del racconto “Fantasie di stupro” , la scrittrice canadese Margaret Atwood chiarisce subito che certamente il problema non è nuovo solo perchè riceve maggiore attenzione dai media

La cronaca purtroppo riporta spesso casi di stupro agghiaccianti in contesti di degrado sociale e morale. Come se non bastasse,  violenza sessuale, stupro, degrado associato ad alcolismo e droghe, machismo e sessismo di una violenza inaudita vengono rivendicati palesemente su Pagine e Gruppi social che si ispirano al cosiddetto “bomberismo”, tendenza fascistoide, razzista e xenofoba che si ispira all’ alt-right americana. A volte le Pagine e i Gruppi vengono chiusi da Facebook, ma poi rinascono con nuovi nomi.

Il racconto della Atwood è stato pubblicato per la prima volta nel 1977. Apparso in Italia nel 1991, viene adesso riproposto da Racconti Edizioni nella raccolta di 14 racconti dal titolo omonimo (aprile 2018; nella raccolta originale in inglese il titolo era Dancing Girls and Other Stories). Purtroppo questi racconti restano di estrema attualità. Allora le statistiche riportavano che “negli Stati Uniti c’è un omicidio ogni ventisette minuti. Una violenza sessuale aggravata si verifica ogni otto secondi» (Uniform Crime Report, 1977, in Eleanor Wachs, Crime Victim Stories: New York City’s Urban Folklore).

Nel Rapporto Istat sulla violenza sessuale del luglio 2018 si afferma chiaramente cherestano stabili le quote di donne vittime di violenza estrema (stupri e tentati stupri) e delle forme più efferate di violenza (uso o minaccia di usare una pistola o un coltello) e soprattutto è aumentata la gravità delle violenze sessuali e fisiche. Nel complesso (dato Istat 2014) quasi una donna su tre (31,5%), ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 3% (652mila donne) ha subito stupro e il 3,5% (746mila) tentato stupro. Più dell’80% degli stupri sulle donne italiane è stato commesso da un italiano. Gli stupratori stranieri sono il 15,1%.”

Mediamente ci sono, in Italia  negli ultimi anni, 12-13 stupri al giorno, circa 4000 l’anno, denunciati. Ma le denunce sono troppo poche. Sempre secondo l’ISTAT, nel 2014 hanno fatto denuncia di violenza sessuale solo l’11,4% delle donne italiane e il 17% delle straniere. Ben ¾ degli omicidi del 2016 sono stati commessi in ambito familiare.

” (https://www.infodata.ilsole24ore.com/2018/07/28/la-violenza-le-denunce-gli-stupri-italia-numeri-la-propaganda/).

Dati impressionanti, come si può ben vedere, che rendono estremamente attuale anche il racconto della Atwood.

 

Certamente la Atwood è una scrittrice che non si tira indietro rispetto a temi così drammatici, in cui sono così presenti paura e ansia. Estelle, la protagonista principale del racconto afferma:

«Mia madre dice sempre che non bisogna soffermarsi sulle cose spiacevoli e in genere concordo con lei, cioè, soffermarsi sulle cose spiacevoli non le fa scomparire. Tuttavia, a pensarci bene, anche non soffermarsi su mica le fa scomparire

Anche alla scrittrice piacerebbe smettere di pensarci e “osservare le ninfee”:

Sfortunatamente, non posso permettermelo. Non sarebbe bello se avessimo un mondo in cui tutto ciò che dobbiamo fare fosse contemplare la natura? Invece questo è il mondo in cui viviamo. Ed è tutto molto bello per qualche tizio che va per conto suo a spasso nei boschi. Una donna ci pensa due volte prima di farlo. O ci pensa due volte o è fuori di testa». (http://www.altrianimali.it/2018/04/15/perche-leggere-fantasie-stupro-margaret-atwood/).

Minimizzare il problema, non parlarne, per evitare l’ansia e le cose spiacevoli, significa ricondurlo alle fantasie di stupro delle colleghe di Estelle, che si immaginano lo stupratore come un bellissimo sconosciuto che entra dalle loro finestre, mentre spesso in realtà è qualcuno che conosci, e l’atto sessuale come un poetico momento di erotismo e non per quello che è in realtà, un atto di coercizione, di violenza, di ansia e di potere. Estelle si forza di rispondere alle colleghe suggerendo che le loro fantasie erotiche e la realtà brutale dello stupro sono ai poli opposti. Chi confonde le due cose lo fa a proprio rischio e pericolo.

Estelle offre allora alle sue colleghe “fantasiose” alcuni scenari, in modo da immaginare come poter reagire in una situazione di emergenza, e potersi difendere dallo stupratore.

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