Terremoti e giustizia talebana – Mario Tozzi

“Come la società, normalizzandosi, fa nascere alla sua periferia i pazzi e gli anormali, così la ragione e il dominio tecnico della natura, approfondendosi, fanno nascere intorno a sé la catastrofe e la crisi come sragione del “corpo organico della natura”, sragione insopportabile perché la ragione pretende di essere sovrana e non può più nemmeno pensare ciò che le sfugge…Così questa cultura razionalista è affetta, come nessun’altra, da paranoia collettiva. Il minimo incidente, la minima irregolarità, la minima catastrofe, un terremoto, una casa che crolla, il cattivo tempo – bisogna che si sia un responsabile – tutto è un attentato. …E’ notevole che siamo ritornati, in pieno sistema della ragione, e in piena conseguenza logica di questo sistema, alla concezione “primitiva” di imputare qualsiasi evento, e in particolare la morte, a una volontà ostile. Ma siamo noi, e soltanto noi, che siamo in piena primitività” (Jean Baudrillard, Lo scambio simbolico e la morte, Feltrinelli, pag. 178-9)

 

 

Terremoti, sarà sempre allarme

Mario Tozzi

http://www.lastampa.it/2012/10/23/cultura/opinioni/editoriali/sara-sempre-allarme-Jllnv2e8M5g2C4EJo2MTqM/pagina.html

Una sentenza assolutamente incomprensibile da un punto di vista scientifico, e profondamente diseducativa.

Una sentenza con la quale finalmente l’Italia si allinea con gli altri paesi del mondo dove gli scienziati vengono condannati dai tribunali teocratici e il terremoto considerato un castigo divino. Lo stesso atteggiamento usato, quasi due secoli fa, verso gli insorti risorgimentali emiliani cui si imputavano i danni dei sismi insieme allo sconvolgimento sociale. Nell’attesa di conoscere le motivazioni della sentenza possiamo forse puntare l’indice contro qualche parola eccessivamente rassicurante degli esperti, ma solo per invitare comunque a un maggiore riserbo.

Quello che resta è però un punto di svolta gravido di conseguenze potenzialmente devastanti. Da oggi in poi nella sola Italia, si badi bene, perché una sentenza simile non è neppure immaginabile in altri paesi moderni, a ogni registrazione di uno sciame sismico persistente (diversi all’anno) i ricercatori dovranno allertare la Protezione Civile e obbligare allo sgombero di province e intere regioni. Nel caso specifico de L’Aquila nessuna previsione puntuale era stata fatta e qualcosa si era detto solo a proposito di Sulmona che, peraltro, non subì alcun sisma. La ragione è presto detta: i terremoti non sono ancora prevedibili, nonostante tutti gli sforzi dei ricercatori, e solo se dovessero concorrere fenomeni eclatanti si potrebbe, a ragione, allertare o evacuare. Per intenderci, tremori continui per giorni, rilascio di gas dal sottosuolo, gonfiori o avvallamenti del terreno, frane, sorgenti che si intorbidano e pozzi che si seccano. Questo quadro non era presente nell’Abruzzo del marzo 2009. Che si doveva fare: sgomberare l’intera regione? E quante volte l’anno lo si dovrebbe fare lungo la dorsale appenninica? E, se ci è consentito, chi è il consulente tecnico d’ufficio del Tribunale (il perito super partes), visto che i massimi esperti sismologi italiani sono alla sbarra?

Questa sentenza ci dice che sì, i terremoti italiani sono prevedibili e che si farebbe bene a evacuare intere regioni anche per minimi allarmi. E un domani non fossero disponibili quei testoni di scienziati ci si potrebbe affidare a santoni e divinatori, ché tanto nel paese abbondano. Ci dice altresì che i giudici italiani non hanno un’idea neppure pallida e lontana di cosa sia un terremoto da un punto di vista fisico e credono che si tratti di un fenomeno gestibile come il tempo di domani. Ci dice infine che è inutile fare prevenzione, costruire meglio e rinforzare quanto già esiste: non sfiora la mente dei nostri che un terremoto di magnitudo 6,3 Richter in un paese moderno non dovrebbe far crollare neppure un cornicione e che dunque è tutto l’anno che ci si dovrebbe dare da fare, non solo nel corso di uno sciame sismico perché comunque in quel momento è troppo tardi. Ci dice, infine, che da domani il territorio italiano, che è a rischio sismico al 50% (con punte del 100% in Calabria per esempio), va immediatamente militarizzato perché la popolazione deve essere pronta a evacuazioni ogni volta che si presentino condizioni simili a quelle aquilane. E che nessun esperto si prenderà mai più la responsabilità di guardare con obiettività i dati: sarà comunque obbligato a un allarme che almeno tenga lontano il carcere.

5 thoughts on “Terremoti e giustizia talebana – Mario Tozzi

  1. Tra le altre cose, sono stati condannati perché si sono permessi di andare a raccontare a cittadini ed amministratori locali che era ragionevole escludere l’arrivo di un grande sisma nell’immediato. In realtà questo non si può fare, e lo sapevano bene.

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  2. Continuando di questo passo dovranno condannare anche i meteorologi quando sbagliano le previsioni del tempo, oppure dovranno consultare Mago Otelma; quindi, secondo lei, o secondo i giudici, i sismologi avrebbero fatto una previsione sbagliata, o falsa, e poi per cattiveria, come moderni untorelli, sarebbero andati a raccontarla a quei creduloni di cittadini e amministratori locali, che altro non aspettavano che arrivasse l’”esperto”, nei panni di Mago Otelma, a tranquillare le platee televisive; di conseguenza, ha fatto bene il Tribunale della Santa Inquisizione a mandarli al rogo; questo succede quando la scienza viene scambiata per magia e gli scienziati vengono scambiati per stregoni, quando va male, o per santoni, quando va bene; se si torna indietro ai tempi bui della Inquisizione, non ci si può stupire dunque che gli scienziati di tutto il mondo abbiano condannato questa sentenza abnorme, da Stato talebano; in uno Stato moderno e non medievale o teocratico non vi può essere certezza del diritto quando un fenomeno è incerto, imprevedibile; qualsiasi cosa possa aver detto questo o quell’esperto non ha nulla a che fare con una loro responsabilità giuridica, che non va confusa con le responsabilità di altri (costruttori, ingegneri, amministrazioni locali, protezione civile, politici)

    del resto anche questa storiella che i cittadini si sarebbero sentiti “rassicurati” è una balla, smentita da chi c’era, come racconta un cittadino dell’Aquila: “Capisco chi è arrabbiato, lo ero anch’io col destino col fato con quello che vi pare, e capisco la rabbia di chi ha perso amici e familiari.
    Ma non capisco questo verdetto. Tranquillizzati? Ricordo bene il “non possiamo prevedere”. Ricordo bene che tranquilli non lo eravamo per niente. Nessuno si senti rassicurato.
    C’era fatalismo, rassegnazione, paura, dubbio.
    Le parole degli esperti?
    “Non dovrebbe accadere nulla, c’è scarico di energia, però nulla impedisce che accada un evento di grosse dimensioni.”
    Il nulla vieta che accadano eventi importanti, il non poter prevedere come sarebbe andata a finire era cosa ben nota, e ripetuta…
    Capisco la rabbia di chi ha perso i propri cari, ma quel verdetto quei giudici quel PM no.
    Non mi ricordo nessuno dire che non sarebbe accaduto nulla.”.

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  3. Ci vorrà un po di tempo per veder pubblicare la sentenza in forma di testo. Quello sarà il momento della verifica, e potremo giudicare anche la correttezza o meno nelle valutazioni che per ora abbiamo ottenuto solo in forma assai sommaria.

    Una osservazione diversa: non so se si nota, ma lor signori componenti della commissione grandi rischi erano ancora al loro posto a fine 2012. In una nazione normale, tipo Germania o Francia o Zimbabwe, se gestisci una calamità naturale come è stato gestito il caso L’Aquila in poche settimane vieni silurato. A dire il vero, abbiamo visto gente fare le valigie per cosette come una tesi copiata.

    In Italia no, non funziona così: i nostri dirigenti si ritengono feudatari investiti dall’autorità divina. Buona parte della rabbia e della severità abbattutesi contro questi signori si giustificano semplicemente pensando che, dopo tre anni di sofferenze, imbrogli e disastri, erano ancora placidamente al loro posto. Suppongo che se avessero avuto la furbizia di farsi da parte nessuno avrebbe sentito la necessità di fare esposti alla magistratura. Alle volete a sentirsi invincibili…..

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  4. Mah, la sentenza, quando verrà pubblicata, dirà più o meno le cose che sappiamo già, e sarà fonte di ulteriori polemiche; è il processo stesso che non si sarebbe dovuto fare, perché questa non è giustizia, è linciaggio, è desiderio di dare in pasto alle folle una vittima sacrificale, gli scienziati, su cui altri scarichino le proprie responsabilità. I terremoti non sono prevedibili, in nessuna parte del mondo i terremoti possono essere previsti per legge, salvo forse in una farneticante dittatura talebana, e gli scienziati non sono degli indovini a cui si taglia la testa se sbagliano profezia. Sembra che qualcuno carichi la scienza di aspettative improprie, religiose, o proprie dei regimi teocratici. Si badi piuttosto a costruire secondo norme anti-sismiche, a NON costruire in determinate aree, a non devastare il territorio. E’ sulla prevenzione che bisogna intervenire. Ma da questo orecchio le amministrazioni e le popolazioni locali non ci sentono tanto bene. Costruire a norma nelle zone sismiche comporterebbe una serie di investimenti e di obblighi poco graditi a costruttori e cittadini. E i politici o gli arruffapopolo che vogliono essere votati assecondano questa tendenza “populistica”, salvo lagnarsi dopo, e chiedere soldi e risarcimenti a catastrofe avvenuta.

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